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La Mistress e il suo doggy. Una storia di sottomissione. Come ci siamo iscritti su A69.


di Mistressedoggy
12.04.2019    |    8.299    |    28 9.7
"Tutti quelli che comunicavano con la Padrona, su quel sito per adulti, lo chiamavano doggy, troietta o in altri modi volgari, a indicare che gli sarebbe..."
Da qualche tempo i due si frequentavano. Nei loro giochi lei era il deus ex machina e lui il suo cucciolo obbediente.
Aveva saputo infilarsi nella mente di lui, sconvolgendo totalmente le sue voglie, fino a fargli desiderare di stare a quattro zampe ai suoi piedi, come un doggy, e fare o farsi fare tutto ciò che la sua Regina desiderava, senza limite alcuno, se non quello della fantasia di lei.
Lavorare assieme, e vederla tutti i giorni, non aveva giovato a lui, perché la sua Signora, approfittando della sua posizione gerarchica superiore, anche sul posto di lavoro, continuava la sua opera di seduzione e provocazione. Non felice di mantenerlo costantemente eccitato, o 'in calore' come amava dirgli lei, disponeva del suo venire, quando erano in privato, negandoglielo, più spesso di quanto glielo concedesse.
Certo, faceva un grande sforzo per restare lucida e determinata, perché quell'impiegato più giovane e così duttile nel servirla, le faceva sentire un fortissimo bisogno di sentirlo dentro di se. Sapeva che se avesse ceduto troppo spesso a tale impulso, avrebbe perso il controllo del suo sottomesso. Anche per ciò, aveva ordinato a lui di darle del Lei, anche durante i loro giochi segreti.

Lo aveva convinto, o forse è meglio dire 'gli aveva ordinato' (perchè ogni suo desiderio era un comando per lui), di trasferirsi nella palestra dove lei si allenava. Gli piaceva tenerlo d'occhio e lavorarselo anche dopo il lavoro; lì si salutavano appena, in maniera formale, come due persone che lavorano nello stesso ufficio, ma nulla di più. Quando lei faceva i suoi esercizi, il doggy notava come gli altri uomini buttassero più di un'occhiata verso il corpo sensuale di quella donna bionda e dura. Alcuni le si avvicinavano cercando un'approccio, scherzando e sorridendo, o peggio con fare troppo sicuro, non immaginando chi lei fosse. Ma lei sembrava davvero poco interessata a tutti quei maschi pieni di ormoni, e li liquidava con estrema facilità.
Ogni tanto si avvicinava al doggy sudato e gli consigliava sottovoce di fare qualche serie di più, per migliorare alcune zone del suo corpo. Il che lo motivava a concentrarsi di più e fare meglio, per lei.
Qualche volta era anche capitato che lei 'desiderasse' che lui facesse i suoi esercizi, in palestra, con un plug dentro. Questo era un gioco che avevano già provato in ufficio, ma non solo. E se, il plug infilato, era completamente invisibile attraverso i pantaloni della tuta, lo stesso non si poteva dire delle erezioni, che turbavano continuamente il suo allenarsi. Cosa che lo faceva imbarazzare molto, mentre lei, vedendo quei pantaloni gonfiarsi, provava un brivido caldo e, più di una volta, senza farsi notare dagli altri che si allenavano, gli aveva sussurrato qualcosa che aveva reso più duratura la sua erezione.

Durante i loro incontri, tra un servizio e l'altro, ma anche durante, di lui nei suoi confronti, lei raccontava di quegli uomini che in palestra cercavano un'approccio, di alcuni rideva per quanto erano banali, mentre di altri apprezzava il bel corpo muscoloso e chiedeva, al suo doggy, se lui fosse stato felice di giocare con un altro schiavo, con un corpo così, sicura che lo fosse.
Gli aveva insegnato a fare un pompino perfetto, mettendogli il suo grosso strap-on in bocca, e convincendolo che quello era il membro della sua Padrona. Faceva ciò ogni qual volta desiderava possederlo da dietro, quindi molto spesso. E se lei poteva avere il cazzo, così lui al posto dell'ano si ritrovava una fighetta, dentro la quale poteva ospitare la voglia di possesso della sua Padrona, fatta di sex toys, lingua, dita e, sempre più spesso, quasi una mano. Voleva aiutarlo a schiudere quel buchetto, imparare a godere di sola penetrazione passiva, magari facendolo venire solamente inculandolo, cosa che faceva aiutandosi con il guinzaglio, attaccato al collare del suo doggy. Anche se poi, dopo aver fatto i suoi comodi, con quel corpo disponibile, si ritrovava travolta da quel vortice di desiderio che lei stessa aveva messo in moto. Così si lasciava possedere a sua volta e, grata dei servizi offerti da lui, quando lo meritava davvero, lasciava che la riempisse della sua sfrenata voglia. Non di rado poi si faceva ripulire o facendosi leccare e succhiare, o mettendosi sopra la bocca aperta di lui e lasciando colare quel piacere caldo, unito al suo, dai suoi buchetti.
Altre volte invece, per farlo durare all'infinito e tenerlo su di giri, oltre che per permettergli di farla molto felice, gli montava uno strap-on e gli faceva recitare la parte dello stallone, mentre lei lo motivava a spingere, tenendo la bocca di lui sul suo seno, tra un urlo di piacere e l'altro.

Più volte era capitato che lei lo fotografasse durante i loro giochi. Qualche tempo fa, mentre stavano coricati abbracciati, perché tra un gioco e l'altro amavano riposarsi, coccolandosi e baciandosi, per ringraziarsi l'un l'altro del piacere ricevuto, lei gli mostrò, dal suo cellulare, una pagina di un sito d'incontri. Gli fece leggere un annuncio che a lui suonò molto familiare, dato che si parlava di un doggy e della sua Padrona, e anche le foto presenti raffiguravano il corpo di lei e il suo. 'Ti piace?' gli chiese divertita, col dito apri un'altra pagina e gli mostrò una moltitudine di messaggi privati, 'molti mi chiedono di prestarti a loro per usarti, piaci sia agli uomini che alle donne, lo sai? Se cominciassi a venderti, potrei smettere di lavorare', il doggy arrossì. 'Apri qualche messaggio' gli disse lei 'mettiti a quattro zampe e leggi cosa ci scrivono'. 'Leggi questo' gli indicò un messaggio, il doggy cominciò a leggere una conversazione con un Master, nella quale, dato che lei si lamentava di quanto il culetto del doggy fosse stretto, un'apertura di soli 5 cm di diametro, le consigliava come meglio aprirglielo, per poi potergli praticare il fisting. Consigliava di tenere spesso un plug dentro, o ancora meglio, tenere un plug dentro, dopo essere stati riempiti di acqua e trattenere il più possibile, il Master sosteneva che questo avrebbe permesso un'ottima apertura. Non gli erano per nulla sconosciuti tali giochi, e cominciò a intuire da dove la Padrona traesse molta della sua ispirazione. Proprio mentre lui leggeva i vari messaggi ricevuti, lei continuava a schiuderlo, oltre quanto già era riuscita, perché non sembrava esserci un limite.
Tutti quelli che comunicavano con la Padrona, su quel sito per adulti, lo chiamavano doggy, troietta o in altri modi volgari, a indicare che gli sarebbe piaciuto essere nei panni della sua Padrona. Molti altri invece avrebbero preferito portare il suo collarino e prestarsi a ogni perversione di lei, come lui già faceva, e si presentavano a lei come schiavi sottomessi e pronti a tutto, pur di servirla.
S'immerse nella lettura dei messaggi, senza dimenticarsi di lei, che nel mentre lo riempiva di lubrificante, e gli apriva e chiudeva le sue dita dentro.

'Ti piace questo gioco?', intendendo il loro profilo sul sito, gli chiese lei, più tardi, in bagno. Era seduta a far pipì, mentre lui l'aspettava a quattro zampe, con le sue mutandine in bocca. Quando ebbe finito, gliele tolse, così lui avvicinò la bocca e la ripulì con cura con la lingua, che nel linguaggio canino vuol dire 'Si Padrona'. 'Ho cercato di educarti, così che tu possa anche essere di esempio ad altri sottomessi' gli disse, tirandosi su gli slip, oltre i suoi tacchi, mentre lui si leccava le labbra, 'ma secondo me puoi migliorare ancora, magari con un po' di competizione con gli schiavi che incontreremo', tirò il guinzaglio e lui la segui verso la camera da letto, scodinzolando il suo culetto, con dentro uno dei vari immancabili plug, da lei collezionati e condivisi con lui.


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